Agile Made in Italy a Individui e Interazioni 2025: quando la comunità incontra la conferenza

Di Vittorio Polizzi

Ferrara, 8 maggio 2025. Una giornata di quelle che si scolpiscono dentro. Niente slide da fotografare o badge da collezionare: solo connessioni autentiche, idee in movimento e la sensazione tangibile di essere parte di qualcosa che evolve, insieme. Noi eravamo presenti con Valentina Coradeghini, Michele D’Urzo e Sabrina Laterza.

L’unconference di “Individui e Interazioni” ha avuto il sapore di una tavolata conviviale: non un’agenda rigida, ma un marketplace di possibilità, dove ogni sessione era un invito a scegliere, a perdersi per ritrovarsi. Per qualcuno – come Michele D’Urzo – è stata una “toccata e fuga” carica di significato, una giornata vissuta più per emozione che per cronaca. Per altri, come Valentina Coradeghini, un’occasione rara in cui “niente vetrine personali” ha significato dialoghi profondi e reciproca ispirazione.

In quel clima rilassato e autentico, sono emersi temi potenti. Come quello affrontato da Andrea Provaglio: cosa resterà dell’Agile alle generazioni future? Si è parlato di curve di adozione, di salti evolutivi e di post-agilismo, tra metafore audaci e riflessioni scomode. Oppure la sessione provocatoria facilitata da Lorenzo P., dedicata agli “individui stronzi” (così, senza veli), che ha fatto da catalizzatore per condividere disfunzionalità reali e proposte concrete su leadership, crescita e cultura organizzativa.

Centrale è stato il tema della comunicazione. Raffaello Torraco, con il suo talk sul lavoro da remoto, ha ricordato quanto sia fragile l’interazione senza presenza: webcam spente, rituali mancanti, parole non dette. Ma anche qui non sono mancate le pratiche ispiranti: dal “semaforo dell’umore” al “buongiornissimo online”, piccoli gesti capaci di generare impatti enormi nella connessione umana.

Tra i momenti più vivaci, la discussione sul tema OODA Loop vs PDCA, guidata da Michele D’Urzo. Un confronto tra due modelli di apprendimento: uno lento e strutturato, l’altro istintivo e adattivo. Ne è uscita una domanda implicita ma potente: siamo capaci di creare spazi dove il miglioramento avvenga nel flusso, non solo a fine sprint?

Sabrina Laterza ha poi riportato il tema eterno del “noi vs voi”, esplorato in una board animata, dove i post-it raccontavano tensioni, separazioni, ma anche possibilità di ponte. Un’esperienza che ha lasciato il desiderio di continuare il confronto all’interno della nostra community.

E a proposito di ponti: tra le sessioni più citate, quella sulla mappatura delle organizzazioni, facilitata da Ilaria Della Torre, ha unito pratiche visuali, dialogo e senso del possibile. Un contributo descritto da Valentina come “un bellissimo esempio di apprendimento reciproco, pratico e dialogico”.

Difficile racchiudere in poche righe una giornata così densa di stimoli, connessioni e riflessioni. Ma se queste parole non possono restituire tutto il valore emerso, possono almeno dirlo con chiarezza: c’eravamo anche noi. Come community viva, curiosa, pronta ad ascoltare e a lasciarsi trasformare.

Ed è proprio da qui che vogliamo ripartire. Non con la pretesa di chiudere un racconto, ma con il desiderio di aprire nuove conversazioni. Se qualcosa ti ha colpito, incuriosito o risuona con la tua esperienza, raccontacelo (scrivendoci a info@agilemadeinitaly.com). Oppure iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sui prossimi appuntamenti. Ci piacerebbe approfondire alcuni degli spunti emersi insieme a chi li ha vissuti o li vuole esplorare, magari in uno dei prossimi webinar targati Agile Made in Italy.

Perché le conversazioni autentiche non finiscono con la chiusura di un evento. Continuano, e noi siamo qui per farle crescere. Insieme.

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