Di Sabrina Elisabetta Laterza
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Guida alla crescita professionale oltre la certificazione
Quando si parla di certificazioni Agile, spesso si commette un errore di prospettiva: si tende a vederle come un punto di arrivo, una sorta di trofeo che attesta la propria competenza. Ma nella realtà delle organizzazioni e dei team, le cose funzionano davvero così?
Perché le certificazioni Agile non bastano per diventare un professionista completo
Ciao, sono Sabrina, sono una Scrum Master in team di sviluppo software, e so bene quanto le certificazioni possano sembrare il passaggio obbligato per essere riconosciuti come professionisti. Ma servono davvero a fare la differenza sul campo?
In questo articolo voglio raccontarti tutta la verità sulle certificazioni Agile, senza filtri né illusioni. Se sei uno Scrum Master, un Agile Coach, un Manager o un Project Manager e ti sei chiesto almeno una volta se una certificazione basta a renderti competente, questo è per te.
Dalla teoria alla pratica: il vero percorso di crescita di uno Scrum Master
Quando ho ottenuto la mia prima certificazione da Scrum Master, anche io credevo che sarebbe stata la chiave per diventare una professionista efficace. Pensavo che avrei acquisito tutte le competenze teoriche per affrontare qualsiasi sfida sul campo. Tuttavia, mi sono resa conto da subito che una certificazione, pur importante, non rende automaticamente un esperto.
Nel mio primo anno come Scrum Master, ho affrontato situazioni complesse e gestito team molto diversi tra loro, ognuno con la propria storia e le proprie esigenze. Mentre le basi teoriche della certificazione si sono rivelate utili, sono stati gli errori e gli adattamenti sul campo a farmi crescere davvero.
Sapevo di avere delle basi solide, ma mi sono resa conto che la vera crescita iniziava solo dopo “il trofeo” raggiunto con la certificazione PSM I di scrum.org.
Le sfide quotidiane che nessuna certificazione Agile ti insegna a superare
Le vere sfide iniziano quando devi:
– Adattare quei framework teorici a contesti reali, pieni di sfumature e vincoli organizzativi
– Fare da specchio ai team senza imporre soluzioni preconfezionate
– Creare spazi di sicurezza psicologica per favorire la trasparenza e la collaborazione
– Accettare di non avere sempre tutte le risposte e imparare a fare le domande giuste
Mi è venuta voglia quindi di studiare ancora, di diventare una facilitatrice più consapevole, e così ho scelto di ottenere la certificazione ATF (Agile Team Facilitator, ICAgile) per migliorare la mia capacità di progettare sessioni efficaci. Poi ho sentito il bisogno di sviluppare competenze di Agile Coaching, per supportare non solo i team, ma anche le organizzazioni nel loro percorso di crescita, seguendo anche il corso ACC (Agile Coaching Certified, ICAgile).
Le certificazioni sono un mezzo imprescindibile, non una medaglia
Ecco il punto chiave: senza applicazione, sperimentazione e miglioramento continuo, le certificazioni restano solo una riga sul CV o un badge su LinkedIn. Ma se le tratti come strumenti per orientarti, diventano un acceleratore incredibile per la tua crescita professionale.
Ho visto manager e professionisti, anche con anni di esperienza, fossilizzarsi dopo la certificazione:
– Manager che applicavano sempre lo stesso metodo (micro-management, decisioni unicamente top-down, sfiducia nei team)
– Leader che non valorizzano l’esplorazione nelle riunioni, imponendo decisioni affrettate
– Team paralizzati dalla paura di sperimentare nuovi strumenti
– Riunioni improduttive
Un repertorio di errori che dimostra quanto sia pericoloso smettere di imparare.
Esperienza o certificazione? Insieme fanno la differenza
Se hai solo certificazioni, rischi di avere un bagaglio di conoscenze teoriche che non sai come applicare nella realtà. È come avere la patente senza aver mai guidato.
Se hai solo esperienza, rischi di fermarti su quello che già conosci, senza metterti in discussione. E quando il contesto cambia, potresti non avere gli strumenti per adattarti.
La chiave è nell’integrazione: la certificazione ti dà una base strutturata, l’esperienza ti insegna come farla funzionare davvero.
Strumenti pratici per crescere oltre la certificazione: il Facilitation Canvas
Quando ho ottenuto la certificazione ATF, non l’ho vista come un traguardo da esibire, ma come una leva per migliorare. Uno degli strumenti che ha davvero trasformato il mio modo di lavorare è stato il Facilitation Canvas, che ho conosciuto grazie a Michelangelo Canonico.
Sulla carta è uno strumento per progettare sessioni di facilitazione, ma nel tempo l’ho adattato a qualsiasi tipo di riunione: definendo obiettivi chiari, evitando sprechi di tempo, portando sempre ad una conclusione concreta. Questa è la differenza tra studiare qualcosa e farla tua con la pratica.
Lo utilizzo anche nelle email di invito alle riunioni, specificando il purpose, gli obiettivi, chi è coinvolto e perché. In questo modo, i partecipanti arrivano preparati e consapevoli, migliorando drasticamente l’efficacia degli incontri ed il coinvolgimento degli invitati.
Il potere delle community Agile nello sviluppo professionale continuo
Entrare a far parte della comunità di pratica di “Agile Made in Italy” ha rappresentato per me un’opportunità straordinaria di crescita e sperimentazione. Non si tratta solo di un luogo di formazione, ma di un ambiente attivo e dinamico in cui ho il privilegio di contribuire come volontaria e mentor, facilitando discussioni, laboratori pratici e momenti di confronto.
Le certificazioni sono solo una parte del percorso. La vera crescita avviene quando continui a confrontarti, sperimentare, migliorare. È per questo che la community Agile Made in Italy è stata così importante nel mio percorso: perché mi ha dato l’opportunità di imparare non solo da corsi e certificazioni, ma soprattutto dall’esperienza diretta di altri professionisti.
KALEG: un metodo pratico per misurare il miglioramento continuo
Ed è lo stesso principio su cui ho costruito KALEG, un metodo che uso per misurare se quello che applico sta davvero facendo la differenza. Perché alla fine, quello che conta non è accumulare titoli, ma quanto impatto reale riesci a generare con quello che sai.
Uno degli strumenti che ho creato e che continuo ad utilizzare per migliorare il mio sviluppo professionale è il Kaleg: un template Mural che utilizzo ogni mese per monitorare i miei progressi, verificare l’impatto delle tecniche che applico e trasformare ogni nuova conoscenza in qualcosa di utile e misurabile.
Ne ho parlato più approfonditamente in questo articolo: 10 consigli per crescere come Scrum Master, se ti interessa, puoi copiarlo e usarlo anche tu: inserisci i tuoi dati nel form per scaricare il Template KALEG.
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Un appello alle organizzazioni
Se da un lato la formazione continua e la pratica in una community come Agile Made in Italy sono fondamentali, dall’altro c’è bisogno di aziende che abbiano il coraggio di investire sulle nuove generazioni di agilisti. Per crescere e portare valore in questo settore, non basta studiare: servono esperienze reali.
HR e organizzazioni lungimiranti possono fare la differenza offrendo opportunità concrete a chi si sta formando, contribuendo così a costruire il futuro dell’agilità con talenti motivati e preparati.
In conclusione: consigli pratici per la crescita
Le certificazioni sono importanti, ma non sono la fine del percorso. Se ci fermiamo alla certificazione, rischiamo di diventare professionisti rigidi, incapaci di evolvere con il contesto. Se invece vediamo la certificazione come trampolino di lancio per una crescita continua, allora possiamo davvero fare la differenza nel nostro lavoro quotidiano.
Ecco alcuni consigli pratici:
1. Non fermarti alla teoria: l’esperienza è la vera maestra.
2. Cerca un contesto di apprendimento continuo: la community fa la differenza.
3. Sperimenta, sbaglia, chiedi e migliora: gli errori sono opportunità di crescita.
4. Integra teoria e pratica: adatta le conoscenze al contesto reale.
5. Ascolta il feedback: impara dagli altri e migliora costantemente.
Le certificazioni, se prese con la giusta mentalità, possono realmente fare la differenza nella nostra carriera e nelle organizzazioni. Tuttavia, il vero valore risiede nel come continuiamo a crescere dopo averle ottenute e come le traduciamo in azioni concrete.
Tu che esperienza hai con le certificazioni Agile? Ti sono servite per crescere o le hai trovate poco utili? Sentiamoci nei commenti!